Sunday 11 August 2013

Weissmiess cresta nord...miiiiiinchia che cresta!

Il fine settimana precedente siamo stato sul Cervino (vedi post precedente), purtroppo senza successo. Visto che volevamo essere sicuri di riuscire a scalarlo abbiamo prenotato la capanna Hörnli per due fine settimana successivi, il precedente e questo qui. Il fine settimana scorso le condizioni della cresta erano ottime, ma il tempo non era decisamente dalla nostra. Questo fine settimana le cose si sono invertite...ovvero il tempo è a dir poco spettacolare (almeno stando alle previsioni) ma le condizioni della cresta sono pessime....a meno che non si voglia scendere con gli sci! Ha nevicato tanto all'inizio della settimana e visto che non ha fatto troppo caldo la neve è rimasta li' ad imbiaccare in Cervino. Devo ammettere che la montagna sembra molto piu' bella con la neve...ma non se abbiamo deciso di scalarla. 
Comunque, abbiamo il fine settimana libero e cerchiamo altro da fare. In una ricerca veloce su internet mi imbatto in una relazione della cresta nord del Weissmiess. Cacchio che fotografie....e che bei passaggi...e che bei panorami. Benissimo allora, riusciamo ad accaparrarci gli ultimi due posti al Berghotel di Hochsaas e Sabato mattina si parte alla volta di Saas Grund. Anche questa volta decidiamo di farci tutta la salita fino in capanna a piedi, a partire dal parcheggio della funivia. E a quanto pare siamo anche gli unici...in tutta la salita incontriamo solo qualche escursionista che scende. Una volta arrivati al ristorante/rifugio abbiamo la prima sorpresa. Visto che i dormitori sono del tutto pieni siamo spediti a dormire nel "vecchio" rifugio qualche metro piu' sotto. 

Prima di cena andiamo a fare una ricognizione lungo il sentiero per vedere dove va. Questa abitudine dovrebbe essere adottata sempre in quanto è proprio vicino al rifugio che è abbastanza facile perdersi...o per lo meno sbagliare strada. Attorno al rifugio si trovano di solito tanti sentieri, piu' o meno visibili e partendo di notte dove si vede solo nel cono di luce della pila frontale non è poi cosi' difficile beccare la strada sbagliata. Una cosa che ci preoccupa un po' è la quantità di neve che si trova sulla cresta, per lo meno nella seconda metà. Non sembra troppa ma essendo oltre metà strada sarebbe tardi (e forse anche molto difficile) tornare indietro lungo la strada percorsa. Decidiamo comunque che la cosa non ci creerà nessun problema, se non una progressione in cresta piu' lenta...e quindi si va!

Colazione alle 4:00 la mattina (molto di corsa) e si parte. Sappiamo che la cresta è lunga e non semplice, e non vogliamo scendere sul ghiacciaio troppo tardi. Ripercorriamo il sentiero fatto la sera prima e in poco tempo siamo all'ingresso del Hohlaubgletscher e puntiamo al Lagginjoch. Si vedono tante altre lucciole in fila che vanno piu' o meno per la stessa strada anche se la maggior parte di loro andrà alla cresta S del Lagginhorn. Arrivati al Lagginjoch lo spettacolo è stupendo. Il solo sta arrivando ma ancora non ha fatto capolino all'orizzonte. Ci sarebbe da fare una bella foto, ma il tempo per impostare il tutto proprio non c'è...Si comincia a percorrere la cresta e non serve molto a rendersi conto che da questa prospettiva sembra molto piu' lunga e difficile del previsto. Per lo meno non c'è il rischio di perdersi visto che da tutte le descrizioni che abbiamo letto si deve sempre e solo seguire la cresta, se non in pochi tratti.


Inizio della cresta, poco dopo l'inizio dell'alba



Come spesso accade in montagna alcuni passaggi sembrano molto difficili da lontano, ma poi arrivati vicino ad essi si rivelano molto piu' facili. Con molta cautela percorriamo la cresta, forse perdendo anche troppo tempo per tenerci in sicura...ma come direbbero gli inglesi "better safe than sorry!". Ho portato con me i nuovi e quasi scintillanti friends e nuts e devo dire che la scelta si rivelerà saggia. I nuts sono stati usati poco ma i friend (per la precisione Camalot 0.5/0.75/1/2) si rivelano davvero utili. La prima parte della cresta procede senza grossi problemi anche se ad un certo punto non sappiamo se procedere a destra o a sinistra di un grosso masso...sinistra è meglio. Tutta la prima parte viene fatta pensando al famoso passaggio chiave che su tutte le descrizioni è dato come 4a/4b...e dopo un buon riscaldamento su passaggi piu' facili finalmente lo raggiungiamo. Un passaggio del genere in falesia e con le pedule è praticamente una passeggiata. Ma farlo con gli scarponi da alta montagna, con un paio di protezioni su tutto il tiro e con una esposizione davvero niente male è tutta un'altra storia. Io comincio a salire da primo canticchiando tra me e me la canzone "rains of castamere" (se non sapete di cosa sto parlando dovete necessariamente vedere Game of Thrones oppure leggere il libro "Song of Ice and Fire"). Ho notato in diverse occasioni che la cosa mi aiuta molto a essere rilassato. Comunque mi rendo conto che non è poi cosi' difficile come credevo e ci sono sempre buoni appigli sia per le mani che per i piedi. In poco tempo sono già alla fine...supercontento di aver già finito il passaggio chiave...ma forse dovrei aspettare a cantare vittoria.


La cresta sembra prendere fuoco alla luce del sole che sorge




è un piacere poter finalmente usare questi friends

Dopo questo passaggio le difficoltà diminuiscono un po' e la cresta diventa un po' piu' piana. Ora comincia pero' una lunga cavalcata su e giu' da gendarmi (piu' o meno grandi). La maggior parte possono essere scavalcati direttamente (almeno a quanto dicono delle descrizioni che abbiamo letto). Noi seguiamo le tracce di due cordate che ci precedono e ne aggiriamo alcuni sulla sinistra. Aveva nevicato di recente e quindi la cresta da questo punto in poi era leggermente coperta di neve e seguire le tracce non è difficile. Un gendarme verso la fine va necessariamente passato sulla sinistra. Non ricordo che "numero" fosse e a che altezza ma è abbastanza grande e si intravedono dei cordini lasciati sul posto per una discesa in doppia dalla cima di questo gendarme. Noi sapevamo di questo gendarme ma non ce ne siamo accorti fino a quanto siamo arrivati quasi in cima. Dietro front!


La cima è li' in fondo...


Si alza anche un po' di vento

In questo tratto di cresta ho cominciato a pensare che ci avremmo impiegato davvero tanto a finirla e a tornare giu'. Avevamo l'impressione che la cresta fosse infinita e che fossimo sempre allo stesso punto. Per questo ci fermiamo solo una volta per una piccola pausa e per mangiare qualcosa.

La neve comincia ad aumentare e bisogna fare sempre piu' attenzione a non scivolare. I ramponi sono già sugli scarponi da un po' ma nonostante questo non si puo' mica mettersi a correre. Le difficoltà rimangono pressapoco costanti anche se la stanchezza (psicologica) comincia a farsi sentire. I passaggi sono divertenti e sempre interessanti ma il pensiero di arrivare in cima troppo tardi comincia a farmi preoccupare. Scendere su un ghiacciaio il pomeriggio tardi non è mai una buona idea. La distanza con le altre due cordate che ci precedono non si è allungata molto quindi deduciamo che non siamo poi cosi' lenti...almeno fino a questo punto.


La neve diventa sostanziosa in alcuni punti


Go Johnny go....




Nell'ultimo strappo verso l'alto della cresta si trova il secondo passaggio chiave. La cosa prevede scavalcare un gendarme molto stretto e strapiombante sui lati. Si trova un chiodo a circa un terzo e poi nient'altro...Arrivato al chiodo mi chiedo se si debba continuare dritto verso l'alto o se si debba invece andare sulla sinistra. Il mio istinto mi dice di andare verso l'alto ma non mi fido. Non sembra difficile (ed in effetti non lo è) ma l'esposizione si fa sentire tanto. Una piccola scivolata vorrebbe dire restare appesi su un lato del gendarme con poche possibilità di arrampicare da capo. La cosa per un momento mi blocca. Non so che fare e non mi sento in grado di farlo. Ma poi mi ricordo delle tre regole d'oro dell'alpinismo. La numero due dice "Shit happens" e per quanto mi riguarda "shit did happen!"...ma la terza dice anche "if shit happens look cool anyway!". E allora mi dico "o la va o la spacca, non posso fare altro". Comincio a salire e mi rendo conto che era tutto solo nella mia testa. Il gendarme è forse un IV facile (piu' facile del primo passaggio chiave) solo molto esposto. Arrivato sulla cima mi accorgo di ben due chiodi sulla parte opposta. Collego prontamente un rinvio e mi sento all'apice della felicità. Non pensavo che sarei riuscito a farlo ed invece eccomi qui, in cima al gendarme e con la parte tecnica della cresta ormai alle mie spalle. Un attimo per rilassarsi, mi assicuro e faccio salire il mio amico che mi fa tutti i complimenti del mondo per essere riuscito a salire da primo. Da questo punto in poi si va che è una bellezza. Ormai sappiamo che le difficoltà sono finite e ci sono solo piccoli passaggini che non creano nessun problema.


Da qui in poi la cresta non presenta problemi


Foto di vetta (io sulla destra). No non abbiamo fatto a pugni, è solo che per il troppo sole e il freddo mi si è spaccato un labbro :)


Vista su un tratto della cresta, Lagginjoch e Lagginhorn

Finalmente si arriva sulla neve e da qui una lunga camminata fino alla vetta! Siamo in cima alle 16:00, o forse anche piu' tardi non ricordo. E siamo totalmente soli. Non c'è piu' nessuno da nessuna parte sulla montagna...anche questa una bella sensazione. Decido di non fermarci per nessun motivo. Facciamo solo due foto di vetta e poi si riparte letteralmente a corsa verso Hoch Saas. In circa 50 minuti siamo giu' e per fortuna le abbondanti nevicate di questo inverno hanno tenuto il ghiacciaio ben coperto e i crepacci non sono pericolosi. Arrivati alla fine del ghiacciaio mi sento appagato come non mai, felicissimo e soddisfatto. Una sensazione che dura poco, ma per la quale è valsa la pena fare tutta questa fatica. Divoriamo tutto quello che ci era rimasto da mangiare e camminiamo (si, tutto a piedi) fino a Saas Grund a riprendere la macchina. La funivia era comunque chiusa e quindi non avevamo altra scelta.

Davvero una gita coi fiocchi. Avrei voluto rendere questa descrizione un po' piu' tecnica ma non ho fatto neanche una foto durante tutta la salita...le ha fatte solo il mio amico. I passaggi chiave non sono stati ripresi purtroppo ma su internet si trovano tante ottime descrizioni. Questa cresta era data come AD+/D- e il fatto di essere riuscito a fare una cosa del genere (seppur impiegando tanto tempo e anche qualche gastema) mi rende molto contento! Fino ad ora la via piu' tecnica del mio "curriculum"!

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