Sunday 14 September 2014

Biancograt al Piz Bernina...the Stairway to Heaven

"Ciao Glauco! Senti la Diavolezza è piena Sabato quindi il Palü non si puo' fare...dove andiamo?"

"Non saprei...tu che dici?"

"Hmm...Biancograt?"

"Si perchè no!"

(Una nota...non ho fatto molte foto ma tanto filmato. Se riesco tiro fuori un paio di istantanee dai vari video e le aggiungo nei prossimi giorni)


Eccola li'...la scala del cielo...

E cosi', un po' per caso, è nata l'idea di affrontare questa stupenda cresta. Ne avevo sentito molto parlare ma sinceramente non avevo mai seriamente accarezzato l'idea di poterla fare...non so nemmeno perchè. Fatto sta che Sabato mattina si prende il treno per Pontresina e si cammina lungo una bellissima valle fino alla capanna Tschierva, in 3 ore esatte. Come buona abitudine si va a fare una ricognizione sul sentiero che parte dalla capanna per arrivare in cresta. Questa volta siamo per oltre due ore in giro perchè vogliamo essere sicuri di non perderci domani mattina presto, al buio.

La nostra sveglia è alle 3:15 ma di notte vedo gente che si prepara per uscire alle 00:15...poi capiro' che sono andati a fare la nord del Piz Roseg...altra bella gita!! Colazione abbastanza in fretta, imbrago, zaino e alle 4:00 in punto si parte dalla capanna. All'inizio sembra una corsa vera e propria. Tutti sanno che nel tratto finale della cresta sarebbe meglio essere i primi per evitare di aspettare e per questo motivo tutti vogliono arrivare li' il prima possibile. Noi decidiamo di lasciarli correre...almeno faranno una bella traccia sulla cresta che a quanto pare è abbastanza coperta di neve.

Dopo un'ora di cammino o poco piu' si arriva alla fine del ghiacciaio e si calzano i ramponi. Di qui si risale sulle roccette subito sulla sinistra dell'ultima piccola serraccata e con pochi zig zag si arriva sulla parte un po' piu' pianeggiante del piccolo ghiacciaio che scende dalla bocchetta Prievlusa. Si segue il nevaio fino al terminale e qui si deve decidere se continuare su dritti per il nevaio oppure se voltare a sinistra per imboccare una ferrata. La decisione dipende dalle condizioni del nevaio. Nel nostro caso le condizioni erano ottime e quindi decidiamo di saltare il terminale in un comodo punto e di risalire il nevaio comodamente. Dopo un altro paio di zig zag si arriva alla bocchetta dove la vista sul ghiacciaio del Morteratsch, Piz Palü e tutto il resto non puo' che lasciare a bocca aperta!

E dopo quasi due ore di cammino, l'avvicinamento è finito e si comincia a fare sul serio. La via comincia sulla cresta rocciosa tenendosi sulla destra. Alcune placchette esposte e sporche di neve sono attrezzate con dei chiodi che facilitano la progressione...o meglio...danno un certo beneficio psicologico. Si aggira la cresta sulla destra e si risale in un piccolo diedrino, poi si traversa ancora fino a risalire una serie di cenge dove si trova solo un chiodo per protezione. Alla fine una serie di cordini, vecchi e piu' nuovi, si possono usare per far sicura a chi segue. Si traversa ancora sulla destra su neve solida e poi si risale ancora una canaletta abbastanza ripida dove, purtroppo, non si riesce ad infilare la benchè minima protezione. Vabbè, per fortuna la neve è "griffig" e quindi si procede con relativa calma. Alla fine di questa canaletta si trova un cordino nuovissimo, che puo' ancora essere usato per fare sicura. Da questo punto in poi si segue direttamente la cresta per piccoli risalti verticali fino ad arrivare in un punto dove un evidente sentiero taglia sul lato sinistro. Si segue il sentiero, comodissimo, fino a portarsi sul fianco della Biancograt. Qui si risale il pendio nevoso tenendosi vicino alle rocce fino ad arrivare all'inizio della cresta vera e propria. All'inizio la cresta è piatta, si aggira un piccolo gendarme sulla sinistra (tracce evidenti) e poi comincia la scalata...e Jimmy Page comincio' a suonare...


Alba dalla bocchetta...


E beh...che altro dire...
Probabilmente abbiamo avuto molta fortuna con le condizioni della via ma la cresta non sembra mai troppo esposta. E se anche in alcuni tratti va giu' dritto su entrambi i lati la neve e la traccia sono talmente buone che non si avverte nessun problema...se non il fatto che (minchia!!) questa cresta sembra non finire mai. Bisogna cambiar lato un po' di volte per evitare cornici e un paio di tratti sono belli "in piedi" a 45°, ma problemi tecnici non ce ne sono. Alla fine del tratto nevoso si arriva sulla cima del Piz Bianco da dove comincia la cresta rocciosa fino in cima al Bernina...e ora finalmente capisco perchè la guida diceva che ora comincia il tratto piu' impegnativo.....................mamma mia!



In cresta...
...ancora in cresta...
Ecco come si presentava il tratto roccioso tra il Piz Bianco e il Bernina...che figata!!

All'inizio ero preoccupato dal fatto che ci potesse essere neve ma poi in realtà mi sono un po' ricreduto. Tutta quella neve ha permesso di percorrere gran parte della cresta rocciosa su una (molto piccola e largamente esposta) traccia su neve. I tempi di percorrenza si sono percio' anche ridotti ma va detto che le possibilità di assicurazione erano anche ridotte, se non in qualche caso. Comunque credo che sarebbe stato piu' diveretente farla tutta libera dalla neve. Ad ogni modo, la cresta procede senza grossi problemi. Andiamo avanti a corda corta e a corda "lunga" a seconda delle possibiltà di assicurazione, superando i vari sali-scendi, tenendosi praticamente tutto il tempo sulla sinistra o al massimo sul filo, fino a giungere alla prima calata. Sosta attrezzata ottimamente! Calo Glauco per risparmiare un po' di tempo e poi mi calo io in doppia. Qui ora arriva il passaggio chiave che in teoria dovrebbe presentare arrampicata di III+. Seguendo cio' che hanno fatto gli altri prima di noi Glauco rimane in sosta a farmi sicura e io vado avanti per una lunghezza intera di corda. Riesco a mettere due fettucce, trovo un chiodo non coperto dalla neve e poi arrivo all'imbocco di un canalino molto ripido che è il gendarme di III+. Ormai ci ho fatto l'abitudine all'esposizione di questa cresta che è sempre abbastanza spinta e procedo senza troppi patemi d'animo. Metto un friend visto che l'ultima fettuccia era un buon dieci metri sotto di me e continuo a salire fino alla sosta. Per fortuna che la neve è veramente "griffig" e la salita procede senza problemi...se non la sensazione nel "back of my mind" che un passo falso potrebbe avere spiacevoli conseguenze. Dalla sosta recupero poi Glauco che viene su come un camoscio...senza pero' rinnuciare a qualche bestemmia di auto incoraggiamento :). Da questo punto si procede un tratto in discesa con aiuto di una catena e poi si risale un paio di metri fino ad una seconda sosta. Ci si cala nuovamente e la cresta rocciosa finisce qui. O meglio...dovrebbe continuare a ormai la neve è tale e tanta che si presenta solo neve...moooolto ripida! 

Si sale questo pendio di neve molto ripido ma molto ben tracciato e poi dopo un tratto di cresta a tratti molto affilata e senza posto per appoggiare la picca si raggiunge la cima!! Incredibile, non ci crediamo. Ci abbiamo impiegato 7 ore dalla capanna (pause incluse) per arrivare fin qui e ora non vorremmo andarcene piu'. La vista è a dir poco spettacolare e la sensazione di soddisfazione come raramente capita di provarne. Non c'è quasi per niente vento, niente nuvole...solo sole e tanta adrenalina! Tuttavia il pensiero di dover scendere lungo la Spalla e poi fino alla stazione del Morteratsch passando per la Fortezza fa subito capolino nelle nostre teste...e quindi decidiamo di darci una mossa. Mangiamo qualcosa e si comincia a scendere.



Vista dalla cima 1

Vista dalla cima 2


Vista dalla cima 3...notare la traccia che taglia sul fianco...la neve cominciava ad ammollarsi e l'abbiamo evitata


La discesa non presenta particolari problemi. Prima si segue la cresta sul filo (anche se una traccia che taglia sul nevaio è molto invitante) e poi ci si cala per due volte (la prima molto corta e la seconda piu' lunga) fino ad arrivare in un tratto pianeggiante di cresta. Si continua per qualche decina di metri e si trova una seconda calata che porta attraverso un canalino direttamente sul nevaio (non troppo ripido) che scende dalla cresta. Si potrebbe anche continuare a seguire la cresta ma visto che le condizioni della neve sono ancora decenti decidiamo di calarci direttamente sul nevaio per uscire il prima possibile dalla cresta. Dopo la calata si affronta il nevaio con qualche zig zag e poi giu' dritto fino al pianoro al di sotto della cresta, da dove si vede anche la capnna Marco e Rosa. 

Ora siamo consapevoli che siamo sopravvissuti al Bernina...ma non alla gita...almeno per il momento. Per la discesa si segue una traccia talmente ben fatta che sembra quasi una autostrada. Si aggirano un paio di serracchi, si saltano un paio di crepacci, si costeggia il Bellavista, si risale anche qualche pendio sotto il sole che picchia manco fosse ferragosto in riva la mare...e finalmente si arriva all'inizio della cresta della Fortezza. 

Inizialmente la discesa è su neve e si viaggia velocissimi. Poi arrivati su roccia ci si rende conto che il tutto viene fatto con una serie di calate. Le calate sono segnate benissimo con marchi gialli molto evidenti. All'inizio di quasi tutte una freccia indica addirittura in che direzione calarsi. Purtroppo non ci si cala sempre dritto ma molto spesso in diagonale ilc eh fa perdere un po' di tempo...ma va bene. Dopo la prima calata con discensore...mi rendo conto che l'attrito è talmente tanto che faccio piu' fatica a calarmi in doppia che non a salire un pendio ripido. Allora si cambia tecnica e invece del discensore uso la tecnica con due moschettoni...e si va alla grande. 


Glauco su una delle tante calate...questa era la piu' bella

Dopo l'ultima calata si segue ancora una traccia fino alla Isla Persa dove finisce il ghiacciaio/nevaio e dopo aver ravanato un pochino tra placche varie si ritrova il sentiero che scende fin giu' sulle morene. Il sentiero è abbastanza ben segnato fino al ghiacciaio. Arrivati sul ghiacciaio lo si segue sulla destra e alla fine ci si porta sulla sinistra seguendo uno scivolo che comodamente riporta sulla "terra ferma". Di qui in una mezzoretta si arriva alla stazione del Morteratsch...dove purtroppo perdiamo l'ultimo treno per soli 15 minuti. Sono le 19:45 e siamo partiti alle 4:00...che GITONE! 

Decidiamo allora di dormire all'ostello di Pontresina...saltando la cena visto la stanchezza e l'orario. In compenso pero', facciamo colazione come se fosse il nostro ultimo pasto, spazzolando piu' e piu' portate di pane, formaggio, müesli e quant'altro.

Che dire, una gita completissima dal punto di vista alpinistico e di estrema soddisfazione. Abbiamo fatto tutto in autonomia e senza problemi stando anche nei tempi della guida. Questa fine estate sta regalando ottime condizioni e bel tempo e io non potrei essere piu' felice di cosi'.