Sunday 16 June 2013

Secondo weekend del corso di alpinismo con il CAS Ticino...questa volta un po' piu' in alto


Finalmente sembra che la primavera, ormai estate, sia arrivata. E per fortuna il bel tempo non manca anche nel weekend. La seconda uscita del corso di alpinismo si tiene nei pressi della Capanna Forno, in Engadina...praticamente a un passo dal confine con l'Italia. L'appuntamento con il resto del gruppo è per le 8:30 di Sabato mattina al Passo del Maloja. Il viaggio in macchina da Zurigo è davvero bello, soprattutto quando si entra in Grigioni e in Engadina. A mio parere, l'Engadina è il cantone piu' bello della Svizzera. 
   Arrivati al passo del Maloja si lasciano le macchine, si distribuisce il materiale e si parte. Il sentiero per gran parte della valle è praticamente una statale a due corsie, mancano solo le stazioni di servizio. Arrivati al punto in cui la valle si divide (a destra per il ghiacciaio del forno e a sinistra per il passo del muretto) il sentiero diventa piu' "divertente" anche se rimane sempre un facile sentiero di montagna. 
   Una volta sul ghiacciaio si calzano i ramponi e si comincia a fare pratica per imparare a camminare con questo interessante attrezzo. 

Arrivati sul ghiacciaio

Recupero da crepaccio I

Recupero da crepaccio II

La guida cerca anche di spiegare come mettere un su paranco per recupero da crepaccio, anche se la confusione tra che assiste non è poca. Si cerca anche di far vedere come fare una clessidra, ma la cosa non è proprio facile a causa del ghiaccio marcissimo. Nel frattempo il vento freddo che spira sul ghiacciaio ha fatto indossare tutti i vestiti (a tutti) e si fa presto a decidere di cominciare ad avviarsi in capanna. Stranamente, ma forse neanche tanto, appena si lascia il ghiacciaio il vento cessa e torna a far caldo.

   La salita in capanna è ripida non c'è male e segue un sentiero parzialmente attrezzato con catene e scalette, che pero' sono in parte coperte di neve. Alcuni partecipanti sono molto stanchi e la salita richiede ben piu' tempo del previsto. Comunque, non ci corre dietro nessuno e colgo occasione per fare qualche foto.


Prima con piumino, giacca, guanti e cappello...ora in maglietta

Un ghiaccio piattissimo....

Il sentiero ci sorride

   In capanna si fa subito una piccola teoria sulla pianificazione di una gita che ovviamente non puo' che essere al Monte del Forno. E' interessante vedere come vari gruppi e le varie cordate abbiano idee abbastanza divergenti sull'orario a cui ci si deve svegliare la mattina dopo. Io sono sempre per la partenza il prima possibile...ma molti non la pensano allo stesso modo :).

   A cena bisogna come al solito dare il meglio di se per evitare di bere troppo...il trucco sta nel lasciare il bicchiere sempre mezzo pieno, ma non sempre si riesce. In piu' questa volta sono anche finito nell'angolo e non posso andare via quando voglio! Ad ogni modo, dopo alcuni bicchieri di vino e tre del fantastico amaro alpino Braulio si riesce ad andare a dormire.

Primi passi al mattino

   La mattina seguente la gita comincia subito con un fuori programma. Lo zaino di uno dei partecipanti cade dal muretto davanti alla capanna giu' per il pendio per quasi 100m...forse meno. Tutti sono immediatamente d'accordo sul mandare me a ripescarlo...e vabbè, almeno mi riscaldo come si deve.
   La via per la vetta è abbastanza intuitiva. Prima ci si dirige verso la Sella del Forno, seguendo una curva di livello a partire dalla capanna. Arrivati sotto la sella ci si dirige leggermente verso sinistra (avendo alle spalle la capanna). La neve è ancora tanta per cui non è necessario salire prima in sella e poi in cresta. Arrivati in cresta, che è anche il confine con l'Italia, si gode di un panorama davvero niente male. Tra le vette in vista c'è anche il Disgrazia, che sarà meta dell'ultima uscita del corso. 

Sulla cresta, guardando verso sud

Schierati in cresta
Sulla cresta guardando in direzione della cima

In cammino lungo la cresta con il Disgrazia sullo sfondo

   La guida sembra un po' titubante sul da farsi e fa quasi capire che potremmo dover tornare indietro. Penso tra me e me...ma non se ne parla nemmeno...ma per fortuna cambierà idea! Si continua a seguire la cresta fino quasi sotto le rocce e poi ci si allontana dalla cresta andando verso sinistra (avendo di fronte la cima). Dopo poco si ritorna a destra fino a trovare l'imbocco di un sentiero attrezzato con catene. La guida prende una strada alternativa prima di scoprire questo sentiero attrezzato che è molto piu' sicuro. Io pero' voglio fare qualcosa di piu' interessante e decido di seguire la guida. Essendo capo cordata, dovrei anche rendermi conto delle capacità dei membri della cordata...e questa volta devo ammettere di avere sbagliato. Il secondo infatti ha non pochi problemi in questo primo tratto di roccia, che è comunque abbastanza facile. Per questo decido di andare avanti a tiri di corda e di fargli sicura dall'alto. La cosa richiede tempo ma almeno siamo sicuri. 
   A causa principalmente di questo arriviamo in cima come ultimi e per giunta quando le nuvole stanno sopraggiungendo...ma che sfiga. Cio' nonostante ci si puo' godere una bella e non poco aerea crestina finale!
   Essendo già relativamente tardi non c'è neanche il tempo di fare un paio di foto. Dritti dritti giu' per la stessa via di salita fino a raggiungere la fine del sentiero attrezzato. Qui ci si scorda e si ritorna in capanna, cercando inutilmente di affondare nella neve il meno possibile. 

L'imbocco del sentiero attrezzato e un po' piu' sulla sinistra rispetto a dove c'è qualcuno che si inerpica 

Curiose formazioni rocciose

  Arrivati in capanna si potrebbe pensare che sia tutto finito...e invece no! Ci sono ancora circa due ore e mezza (forse tre) di cammino fino al passo del Maloja. Io, spinto da uno dei monitori, la prendo praticamente a corsa per arrivare il prima possibile. Riusciranno mai le mie ginocchia a perdonarmi?