Come
si fa a dire di no ad una 4 giorni in una zona selvaggia e poco frequentata
dell’Oberland Bernese? Non si puo’….Il programma di questa gita è davvero
interessante. Si parte da Rosenlaui e si scende 4 giorni dopo a Grindelwald
puntando a varie cime della zona. La meteo promette anche abbastanza bene, per
cui davvero non si puo’ chiedere di piu’.
Di buon mattino si parte da Rosenlaui verso
la Dossenhütte. Il sentiero offre anche qualche spunto di divertimento con
corde fisse, una scaletta e qualche passaggino su roccette. Una sorpresa in
capanna è che ci hanno relegati in una dependance esterna…o sono pieni o hanno
pensato che i Ticinesi sono molto rumorosi! Dopo aver mangiato qualcosa nasce
uno dei “tormentoni” della gita. Nel programma era scritto che il primo giorno
si avrebbe eventualmente salito il Dossen, ma sono in molti a preferire restare
a godersi il sole bevendo qualcosa fuori dalla capanna…“ma che stiamo qui a
pettinare le bambole?”. In quattro su dieci decidono di salire al Dossen per
ammazzare un po’ di tempo del pomeriggio. Una “cimetta”, ma il panorama dalla
vetta merita, e poi c’è anche il libro di vetta da firmare.
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In cammino verso la prima capanna |
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Il Dossen visto dalla Dossenhütte |
La mattina seguente si parte con pila
frontale alla volta del Rosenhorn. Una parte del sentiero è lo stesso della
salita al Dossen, quindi una piacevole ripetizione per alcuni dato che la
crestina è abbastanza divertente. Entrare in un ghiacciaio al sorgere del sole
è sempre una cosa bellissima da vedere, con tante sfumature di arancione, e
questo ghiacciaio non delude le aspettative. Inoltre si gode anche la vista del
trio di montagne che sarà il tema centrale di questi giorni: Wetterhorn,
Mittelhorn e Rosenhorn. La cima di oggi è tentata non per la via normale
(altrimenti nota come fungiada) ma per la cresta Ovest, che è un AD. Prima di
prendere la cresta si fa una bella passeggiata sul Rosenlauigletscher fino al
punto piu’ basso della cresta tra Rosenhorn e Mittelhorn. Qui si incontra una
delle tante difficoltà di questi giorni, che renderà questa gita una molto ma
molto varia. Il crepaccio terminale va attraversato con cautela e l’ultimo
pendio ripido di neve fino in cresta anche. La cresta non presenta eccessive
difficiltà tecniche (passaggi di III), ma in un paio di punti mettere un friend
o una fettuccia non fa male. Molto divertente il caminetto ad incastro. Alcuni
gendarmi vengono evitati ma altri vengono elegantemente scavalcati fino a
toccare i 3689.3 metri della vetta. Il panorama, complice anche il bel tempo, è
da manuale. Ottima vista su quasi tutte le cime della zona, Eiger e Schrekhorn
solo per citarne un paio. Anche per la discesa non si passerà mica dalla via
normale…e prontamente parte la variante Galli che consiste nel puntare il piu’
rapidamente possibile al nevaio sul versante Ovest. Qui si fa conoscenza con
una presenza costante di questa gita ovvero i “facili sfasciumi”. La discesa
non è proprio una passeggiata in quanto ci sono pendii ripidi di ghiaccio e
anche tre doppie. Nulla di troppo impegnativo ma quello che basta per rendere
una discesa non noiosa. Dopo una giornata lunga, le bibite vengono prese
d’assalto in capanna.
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Il sole del mattino su Rosenhorn e Mittelhorn |
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Attraversamento del crepaccio terminale |
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Camino ad incastro |
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Che montagna sarà mai quella li'?? |
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In cima al Mittelhorn |
Di solito, l’orario della sveglia è una
decisione abbastanza dibattuta durante la cena in capanna…ma questo non sarà il
caso. In bacheca è scritto che le colazioni sono due, una dalle 7:00 alle
8:00…e l’altra alle 3:30. Non c’è neanche da chiedere quale colazione si
sceglie per il giorno seguente. Si dice anche che al Glecksteinhütte si
avvicinino parecchi stambecchi la sera, ma questa sarà una delusione (forse
l’unica di tutti 4 giorni) in quanto non se ne vedrà neanche uno.
In cima si dice sempre che si è solo a metà
strada, in quanto si deve tornare in giu’. Ma questa volta non siamo a metà. Ci
aspetta ancora la seconda cima della giornata, ovvero il Mittelhorn. Si
ridiscende al Wettersattel cercando di evitare i sassi che i tedeschi ci
lanciano addosso e si risale fino al Mittelhorn. Ancora una vista fenomenale e
ancora tante foto all’Eiger e alla sua Mittelegigrat che non smette mai di
attrare l’attenzione. Una piccola “stranezza” di questa cima è che di solito la
via di salita è piu’ difficile di quella di discesa. Ma in questo caso non è
proprio cosi’. Per scendere si percorre un tratto della cresta che porta al
Rosenhorn e si imbocca un canale di circa 200m per riportarsi sul ghiacciaio.
La neve è per fortuna giusto al dente e scendere va che è un piacere anche se non
tutti sono propriamente in zona verde. E come se non bastasse alla fine del
canale bisogna anche attraversare il crepaccio terminale con tanto di calata su
corpo morto (ovvero un provvidenziale grosso sasso). Che dire, anche oggi si
usano piu’ tecniche alpinistiche in una sola uscita. Da qui in poi la discesa
segue quella del giorno precedente fino al ritorno in capanna. E come il giorno precedente la capanna si vede fin da troppo presto...ma alla fine ci si arriva.
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Canalone in discesa dal Mittelhorn |
Dopo tre giorni niente male un po' tutti sono stanchi e non c'è molta voglia di far qualcosa il giorno dopo. Il programma originale prevedeva di salire il Klein Schrekhorn ma il guardiano della capanna ci dice che solo due aspiranti guide ci sono saliti di recente...per una via D+ con passaggi di V. Mi sa tanto che questa cima dovrà aspettare fino alla prossima volta. Comunque le previsioni per domani sono migliorate rispetto al previsto e allora si decide di puntate al Gwächta, una cimetta appena oltre i 3000 accanto al Klein Schrekhorn. Il mattino seguente la sveglia è sempre la stessa, e siamo solamente in 6 ad incamminarci. Il resto del gruppo resta in capanna a godersi una dormita senza sveglia comandata.
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La luna fa capolino dietro lo Schrekhorn |
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Ma noi come diavolo siamo passati in mezzo ai quei crepacci?? |
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In discesa dal Gwächta con in Klein Schrekhorn sullo sfondo |
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La valle dell'Unterer Grindelwadgletscher |
L'inizio della camminata fa quasi rimpiangere di non essere restati in capanna visto che la stanchezza si fa sentire e non poco. Ma come dei buon motori diesel che si rispettino basta un po' per carburare e poi si procede con scioltezza, fino all'ingresso sul ghiacciaio. Praticamente un labirinto di crepacci nei quali ci dobbiamo un paio di volte anche calare per uscire dalla parte opposta. Ma senza dubbio uno spettacolo incredibile, mai vista roba del genere. Si contorna tutto il ghiacciaio fino a portarsi dalla parte opposta della valle, ai piedi del Klein Schrekhorn. Un ripido pendio di neve, abbastanza lungo ma non difficile, ci separa dall'ultima cima di questa fantastica quattro giorni di alpinismo...ma ancora non è finita. Ora si punta definitivamente verso valle e si vuole arrivare al sentiero che percorre la valle dell'Unterer Grindelwaldgletscher. Si percorrono ancora i famosi facili sfasciumi, un lungo nevaio e poi infiniti (e anche ripidi!) pendii erbosi fino a toccare finalmente il sentiero. Ma anche qui non è finita. Seppur le difficoltà tecniche siano ormai dimenticate, si deve camminare per circa un paio d'ore fino a raggiungere la funivia che ci porterà definitivamente a valle. Un ottimo pranzo a Grindelwald con tutti gli altri e poi via a casa.
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